Quante tasse si pagano negli Emirati Arabi Uniti? È una domanda che sempre più imprenditori italiani si pongono quando valutano di aprire una società a Dubai o trasferire parte delle proprie attività all’estero. Gli UAE hanno costruito negli anni la reputazione di “paradiso fiscale”, ma dal 2023 lo scenario è cambiato con l’introduzione della corporate tax applicata anche alle Free Zone Company. Accanto a questo, restano in vigore regole che li rendono ancora oggi uno dei sistemi fiscali più competitivi al mondo: nessuna imposta sul reddito personale, aliquota IVA al 5% tra le più basse a livello globale, deducibilità chiara dei costi societari e procedure snelle certificate anche dal World Bank Ease of Doing Business.
In questo articolo facciamo chiarezza, analizzando punto per punto le principali imposte vigenti negli Emirati Arabi: dalle tasse personali alla corporate tax, fino all’IVA e ai dazi doganali.
1. Tasse personali: zero imposte sul reddito
Uno dei principali motivi che spinge professionisti e manager a trasferirsi negli Emirati Arabi Uniti è l’assenza totale di income tax. In concreto, i redditi da lavoro dipendente, le entrate da lavoro autonomo e i dividendi percepiti dalle persone fisiche non sono soggetti a tassazione.
➡️ Questo significa che uno stipendio netto corrisponde allo stipendio lordo, senza trattenute né addizionali regionali o comunali, come invece avviene in Italia.
Gli unici costi obbligatori che i residenti devono considerare sono legati a:
- assicurazione sanitaria (spesso a carico del datore di lavoro o compresa nei pacchetti aziendali);
- contributi previdenziali volontari per chi desidera costruirsi una pensione privata;
- eventuali spese per il visto di residenza, che rientrano comunque nelle spese amministrative e non rappresentano un’imposta sul reddito.

Secondo la Federal Tax Authority UAE, il principio rimane invariato: i cittadini e i residenti non pagano tasse sul reddito personale. Questo rende il sistema emiratino altamente competitivo per i lavoratori qualificati e attraente per chi desidera massimizzare i propri guadagni senza subire l’elevata pressione fiscale tipica dei Paesi europei.
2. Corporate tax: la novità dal 2023
Dal 1° giugno 2023 gli Emirati Arabi Uniti hanno introdotto per la prima volta la corporate tax, segnando una svolta storica nel loro modello fiscale. L’obiettivo è stato quello di uniformarsi agli standard internazionali e garantire maggiore trasparenza verso gli organismi globali, senza perdere attrattività per gli investitori.
L’aliquota è chiara e lineare:
- 0% sugli utili fino a 375.000 AED (circa 90.000 €);
- 9% sugli utili superiori.
La tassa si applica a quasi tutte le imprese, comprese le Free Zone Company. Queste ultime mantengono condizioni vantaggiose solo se rispettano i criteri di “economic substance”, cioè se dimostrano di svolgere una reale attività economica sul territorio.

👉 Il vantaggio per gli imprenditori è la prevedibilità: non esistono aliquote multiple, interpretazioni arbitrarie o continui cambi normativi come in Italia. Ogni società può pianificare con certezza i propri impegni fiscali, deducendo in maniera trasparente i costi societari.
Secondo il Ministry of Finance UAE, la corporate tax rimane tra le più basse a livello mondiale, posizionando gli Emirati in una fascia altamente competitiva per startup e multinazionali che cercano stabilità fiscale e procedure snelle.
📦 Box Focus – Tutte le tasse negli Emirati Arabi Uniti
Tipo di tassa / imposta | Aliquote / condizioni principali | Note utili |
---|---|---|
Corporate Tax (CT) | 0 % fino a AED 375.000; 9 % oltre la soglia. Rassegne Fiscali nel Mondo+2alvarezandmarsal.com+2 | Include le società nelle Free Zone, ma per mantenere lo statuto di “Qualifying Free Zone Person” servono alcuni requisiti (attività reale, sostanza, documentazione) tax.gov.ae+1 |
Value Added Tax (VAT) | 5 % aliquota standard; 0 % o esenzioni su alcuni beni/servizi (esportazioni, sanità, istruzione, immobili residenziali nuovi, ecc.) Rassegne Fiscali nel Mondo+2Shuraa Tax Accounting & Auditing+2 | Soglia obbligatoria di registrazione: AED 375.000 per imprese locali; soglia volontaria AED 187.500. Rassegne Fiscali nel Mondo+1 |
Excise Tax | 50 % su bevande gassate e zuccherate; 100 % su tabacco, energy drinks, sigarette elettroniche ecc. Rassegne Fiscali nel Mondo | Serve anche a disincentivare consumi dannosi; tassa indiretta come la VAT. Rassegne Fiscali nel Mondo+1 |
Customs Duties (Dazi doganali) | Circa 5 % su molte merci importate (valore CIF: costo + assicurazione + spedizione) Rassegne Fiscali nel Mondo | Alcune categorie di merci hanno dazi variabili o eccezioni; merci tra Free Zone e il resto possono avere condizioni speciali. Rassegne Fiscali nel Mondo |
Domestic Minimum Top-Up Tax (DMTT) | 15 % applicata dal 1° gennaio 2025 alle multinazionali con ricavi globali ≥ €750 milioni (in almeno 2 anni su 4) hawksford.com+1 | È stato introdotto per aderire allo standard globale dell’OCSE su tassazione minima; colpisce grandi imprese, non la maggior parte delle PMI. hawksford.com+1 |
3. IVA e altri oneri negli Emirati
Accanto all’assenza di imposte personali e a una corporate tax contenuta, negli Emirati Arabi Uniti esistono altre forme di tassazione indiretta che completano il quadro fiscale.
Dal 2018 è in vigore la VAT (Value Added Tax) al 5%, una delle più basse al mondo. L’aliquota si applica alla maggior parte dei beni e servizi, ma con importanti eccezioni: istruzione, sanità, trasporti internazionali e immobili residenziali di nuova costruzione rientrano tra le categorie a zero rating o esenti. Questo consente di mantenere competitivi i settori strategici e di favorire l’attrattività per consumatori e investitori.
Altri oneri fiscali da considerare:
- Customs duties (dazi doganali): generalmente al 5% sul valore CIF delle merci importate, con eccezioni per alcune categorie merceologiche o per le movimentazioni all’interno delle Free Zone.
- Excise tax: introdotta per scoraggiare consumi dannosi, applica il 50% su bevande zuccherate e gassate e il 100% su tabacco, energy drink e prodotti da svapo.
- Domestic Minimum Top-Up Tax (DMTT): in vigore dal 1° gennaio 2025, prevede un’aliquota del 15% per le multinazionali con ricavi globali superiori a 750 milioni di euro, in linea con gli standard OCSE sul Global Minimum Tax.
Nel complesso, la combinazione di IVA bassa, corporate tax contenuta e oneri indiretti mirati rende il sistema fiscale emiratino uno dei più competitivi a livello internazionale. Secondo il World Bank – Ease of Doing Business, gli Emirati si collocano stabilmente tra i Paesi con procedure amministrative più rapide, contribuendo a un ambiente in cui prevedibilità e semplicità sono la regola.
Tasse chiare, competitività globale
Il quadro fiscale degli Emirati Arabi Uniti si distingue per la sua chiarezza. Nessuna imposta sul reddito personale, una corporate tax al 9% solo oltre i 375.000 AED, una VAT al 5% e pochi oneri mirati: questa struttura ridotta al minimo rende Dubai e gli altri emirati un hub competitivo per chi vuole crescere senza essere soffocato da burocrazia e aliquote punitive.
Il punto non è soltanto quanto si paga, ma come lo si paga. In Italia la tassazione si accompagna a norme contraddittorie e continui cambi di rotta; negli Emirati il messaggio è semplice: rispetti poche regole, paghi il giusto e ricevi in cambio servizi tangibili – dalle infrastrutture alla sicurezza, fino alla rapidità delle pratiche amministrative.
Questa differenza culturale e normativa spiega perché sempre più imprese italiane guardino a Dubai non come a un “paradiso fiscale”, ma come a un ecosistema competitivo, moderno e affidabile. In un mondo in cui la stabilità vale più dell’aliquota, gli Emirati offrono un modello che continua ad attrarre capitali, talenti e nuove opportunità di crescita.
👉 Per approfondire il confronto diretto tra fisco italiano e fisco emiratino, leggi anche l’analisi di Enrico Cucinotta su QuiDubai: “L’ineluttabilità del fisco italiano vs la semplicità emiratina”.