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Intervista a Fabio Cannavaro, oro di Dubai

Tempo di lettura : 4 minuti

Di ricente lifebeyondsportmedia.com ha pubblicato un’intervista al noto calciatore Fabio Cannavaro a proposito della vita negli Emirati Arabi Uniti dove il giocatore è stato ingaggiato da una squadra locale. Le sue impressioni, emozioni, i suoi perché e lo stile di vita, dalle parole di uno dei calciatori più amati di tutti i tempi del calcio italiano e internazionale.

Fabio Cannavaro vola a Dubai

Fabio Cannavaro a Dubai

Ora ha 48 anni, tanti di questi passati su un prato verde a calciare e rincorrere palloni. Fabio Cannavaro ha dichiarato che vuole finire la sua carriera in Medio Oriente e che questa non è stata una una decisione difficile da prendere. Ama lo stile di vita di Dubai e in proposito ha detto: ‘Rimarrò sicuramente molti altri anni a Dubai. È una bella città, è sicura e il tempo è fantastico”.

Ex capitano della nazionale italiana di calcio, vincitore della Coppa del Mondo e miglior giocatore del mondo nel 2006, Fabio Cannavaro è seduto al centro di una grande sala piena di sedie. Al momento dell’intervista era presente uno dei suoi più cari amici in città, Jehad che è seduto accanto a lui per la traduzione. “Allora cominciamo” dice Fabio. 

Come ti stai godendo il tuo nuovo inizio nel deserto? Gli chiedono. “Fantastico”, risponde ridendo, “vivere qui è fantastico. Fantastico! Anche mia moglie Daniela e i miei figli Christian e Andrea e la figlia Martina adorano Dubai. Viviamo sul Palm in una bella e spaziosa villa lungo la riva. Tutta la mia famiglia ama il mare. Ho la mia barca. Amo la vela. E ho la mia moto d’acqua. Amo lo sci d’acqua!”

Napoli e Dubai, che differenza c’è?

Per certi versi la vita sembra non essere molto diversa da quella di Napoli, città natale di Cannavaro. “Anche lì vivo vicino al mare”, spiega. “Sai, possiedo il posto con la vista più spettacolare del mondo. Ti mostrerò”. Afferra il suo iPhone e scorre un po’ sullo schermo. “Guarda”, dice. Sullo schermo appare un’immagine del soleggiato Golfo di Napoli. Le barche a vela galleggiano serenamente nel calmo mare azzurro. Vecchie case italiane sono disseminate sul lungomare che lo circonda. Sullo sfondo si vede il centro storico e in lontananza quelle che sembrano verdi colline. “Vedi?’ Cannavaro sorride pensando a casa sua: “Te l’avevo detto. È il miglior posto sulla terra. Amo il mare. Ehi, io sono di Napoli, quindi con il mare nel mio cortile la vita non è molto diversa qui. La qualità della vita è molto alta a Dubai”. 

Lo stile di vita qui è fantastico. Venire qui e giocare per Al Ahli non è stata una scelta economica come pensano in molti. Sì, i club pagano bene qui. Come fanno molti club a questo livello. Ma ho scelto Dubai per motivi familiari. Ho accettato l’offerta di Al Ahli principalmente perché era la migliore offerta per me e la mia famiglia. Daniela e io abbiamo pensato che questo sarebbe stato un buon posto per crescere i nostri tre figli per diversi anni. Gli Emirati Arabi Uniti sono un bel Paese. Le scuole sono ottime. Il livello di istruzione è alto. C’è un’enorme varietà di sport tra cui i bambini possono scegliere. I centri commerciali sono una vera attrazione e ci sono molti ristoranti e bar che offrono ottimi piatti.

“Dubai è una città molto sicura rispetto a quello che vedi nel resto del mondo”. Cannavaro improvvisamente cala gli occhi. “Io a Napoli mi sono divertito molto a crescere per strada da bambino. Erano altri tempi. Io vengo da una famiglia normale, mio padre lavorava come impiegato in una banca e io nel tempo libero giocavo in cortile, in mezzo alle strade del quartiere e sognavo il calcio. La gente parla spesso male di Napoli e io mi chiedo sempre se chi parla in quel modo a Napoli ci sia mai stato davvero. Trovarsi per le strade di Napoli da ragazzino italiano non era male. Dovevi essere sempre un po’ più veloce, un po’ più intelligente degli altri. Mi ha reso una persona e un claciatore migliore, più intelligente. Nel calcio quando si tratta di partite hai bisogno di essere un po’ furbo e pensare un passo avanti agli altri”

Fabio Cannavaro all’Al Ahli

Giocare all’Al Ahli

Prima che fosse il momento di lasciare la sua carriera, Cannavaro si è divertito a giocare all’Al Ahli. Vivere a Dubai, per un napoletano, non è stato un salto nel buoi. E poi fabio Cannavaro di esperienze all’esterno ne ha fatte.

“E’ stato fantastico, ma molto diverso”, ammette. “L’intera atmosfera era così rilassata. Il ritmo è un po’ più lento rispetto a quello a cui ero abituato in Italia e al Real Madrid. Mi piace e sono felice di aver giocato per Al Ahli perché questo è un nuovo viaggio nella mia vita ed è fantastico aver concluso la mia carriera da giocatore professionista qui. Club come Al Ahli stanno investendo nel calcio per il futuro e oggi insieme cerchiamo di migliorare lo standard dei calciatori locali negli Emirati Arabi Uniti in modo che possano giocare nei club di tutto il mondo e diventare veramente internazionali. Qui non c’è tanta pressione come nei campionati in cui ho giocato in precedenza. Mi piacerebbe aiutare i giocatori più giovani a ottenere risultati e spero che possano trarre vantaggio dalla mia esperienza. Forse questo li aiuterà a vincere qualcosa di importante in futuro. 

Vivendo a Dubai posso anche avere più tempo libero rispetto a quando giocavo per i club europei. Oltre ad essere un calciatore sono anche un vero padre di famiglia. Amo stare in compagnia di mia moglie e dei miei tre figli e qui posso trascorrere molto tempo di qualità con la mia famiglia.”

Quindi Cannavaro si gode una vita più tranquilla, il mare locale e continua nel calcio, anche se in altra veste. Gli chiedono se crede che lascerà mai del tutto il calcio. ‘Il calcio è la mia vita. Lo è sempre stata. In futuro forse sarà attraverso lo scouting o la formazione. Una vita senza calcio è qualcosa che non riesco a immaginare. Anche quando andrò in pensione e tornerò a Napoli sarò certamente coinvolto in qualche modo nel calcio”. 

La vista panoramica sul golfo di Napoli è qualcosa a cui vuole tornare per portare in patria anche la nuova esperienza maturata nell’Emirato. “Ho 48 anni ma mi sento 10 anni più giovane. Voglio rimanere attivo nel mondo del calcio. Mi piace ancora giocare e mi piace guardare le partite”. 

Fabio Cannavaro dopo questa intervista è partito per tornare a casa. Mentre si allontanava, un gruppo di turisti italiani lo ha notato e lo ha avvicinato per le foto di rito, congedandosi, poi, al grido corale di “Fabio, Fabio!” 

Paul Fasciano

Direttore di QuiDubai.com, Paul k. Fasciano è un Mental Coach prestato al mondo della comunicazione. E' anche Business Coach, Consulente, Editore e Autore.

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