//

L’occhio su Dubai dell’architetto Roberto Mirulla

Tempo di lettura : 5 minuti

Nel marzo e aprile del 2015, l’architetto e fotografo Roberto Mirulla ha intrapreso un viaggio straordinario negli Emirati Arabi Uniti. Visitando le città di Dubai, Sharjah e Abu Dhabi, ha avuto l’opportunità di immergersi in una realtà unica e affascinante. Prima di partire, aveva fatto ricerche approfondite, ma nulla poteva prepararlo completamente a ciò che avrebbe scoperto in questa esperienza. Il suo viaggio lo ha portato a scoprire la sorprendente trasformazione di questo territorio desertico in una delle mete più dinamiche al mondo, grazie alla scoperta del petrolio. Il racconto di Mirulla ci guiderà attraverso le meraviglie architettoniche, culturali e paesaggistiche di questi luoghi, offrendoci uno sguardo unico sulla sua esperienza di esplorazione e scoperta negli Emirati Arabi Uniti.

Esplorando gli Emirati Arabi Uniti: il racconto di Roberto Mirulla

Viaggio negli EAU

Fra marzo e aprile del 2015 mi sono recato per un viaggio di piacere di una settimana negli Emirati Arabi Uniti, visitando le città di Dubai, Sharjah e Abu Dhabi. Prima di viaggiare negli Emirati Arabi Uniti, avevo solo una vaga idea di cosa potessi aspettarmi, pur essendomi sufficientemente informato su internet e sulle guide cartacee e aver visto le immagini dei luoghi. Ero curioso di conoscere una realtà sociale ed economica diversa da quella europea, in cui lo sviluppo urbanistico e tecnologico negli ultimi trent’anni è stato di proporzioni mastodontiche.

Solamente giungendo sul posto, mi sono reso conto di quanto fosse il divario fra l’idea che mi ero fatto prima del viaggio e la realtà percepita in loco. Un territorio desertico e ostile per l’uomo è diventato in breve tempo, uno dei luoghi di maggior sviluppo economico del mondo, grazie alla scoperta dell’oro nero e la sua esportazione a partire dagli anni sessanta. I piccoli agglomerati urbani bagnati dal Golfo Persico, un tempo territorio di pescatori di perle, oggi sono delle metropoli, meta di turismo e di grossi affari internazionali. Scintillanti grattacieli, imponenti centri commerciali, ampie autostrade, hotel di rara grandezza e sontuose moschee caratterizzano il paesaggio urbano.

Giunto a Dubai, alla vista del Burj Khalifa, il grattacielo più alto del mondo (829,80 m.), ho capito che mi trovavo di fronte ad un edificio fuori dal comune, di proporzioni impressionanti. Stavo dinanzi al simbolo stesso della potenza degli Emirati, lanciati verso sviluppi ancora più grandi nel prossimo futuro. Mentre salivo alla velocità di oltre 60 Km/h all’interno di uno degli ascensori del grattacielo, cercavo di immaginarmi cosa avrei trovato e quali emozioni avrei provato al centoventiquattresimo piano dell’edificio. A quell’altezza c’era un osservatorio sulla città, aperto al pubblico.

La magnificienza del Burj Khalifa

Dopo qualche minuto, l’ascensore rallentò morbidamente la sua corsa fermandosi al piano, le porte si aprirono e la cabina si inondò di una intensa luce naturale proveniente dall’esterno. Dopo un attimo di spaesamento, uscii dall’ascensore verso le ampie vetrate a tutta altezza di fronte a me, camminando su un pavimento lucido e pulito. Giunto vicino alla vetrata, ad una certa quota al di sotto di me, la vista era coperta da una coltre chiarissima di nuvole. Solo le parti sommitali di qualche grattacielo uscivano al di sopra delle nuvole. Quegli stessi edifici, che da una prospettiva dal basso mi sembravano altissimi, ora da quell’incredibile quota, sembravano dei modellini in miniatura.

Rimasi a guardare quello scenario per vari minuti, fino al diradarsi progressivo delle nuvole, lasciando spazio ad uno scenario mozzafiato che abbracciava tutta la città e i suoi dintorni, da una parte le acque del Golfo Persico e dall’altra il deserto. Una sera mentre percorrevo la zona attorno al lago artificiale che prende nome dal Burj Khalifa, lo spettacolo delle luci e delle fontane mi lasciava stupefatto per la sua spettacolarità. Dai palazzi in costruzione si sentivano di continuo i rumori dei cantieri, in attività giorno e notte. L’indomani mi sono dedicato alla perlustrazione della città.


E poi ancora blocchi di residenze di ogni tipo e di parcheggi multipiano, sfarzosi centri commerciali, dotati alcuni di acquari giganti


Ho preso l’autobus turistico e dal piano superiore scoperto, ho fotografato i viali della città. Il mezzo sfrecciava veloce, traversa dopo traversa e le visioni sulla metropoli si moltiplicavano. Cercavo di cogliere l’essenza di questa città di oltre tre milioni di persone, con i suoi ampi incroci, le lunghe file di grattacieli, alcuni dei quali recavano sulle facciate i ritratti dei potenti Emiri. E poi ancora blocchi di residenze di ogni tipo e di parcheggi multipiano, sfarzosi centri commerciali, dotati alcuni di acquari giganti, i più grandi dei quali avevano al loro interno di parchi giochi tematici per bambini e piste da sci indoor con tanto di impianti di risalita. Qualche sontuosa moschea spiccava inspettata fra lussuosi hotel e ampi ristoranti, rivestiti dei più nobili materiali.

Un’altra Dubai

Ben presto mi sono accorto che Dubai non era soltanto tutto sfarzo e grandezza architettonica. Visitai dei quartieri restaurati e messi sotto tutela a memoria di un mondo non tanto lontano. Mi trovavo nell’Al-Fahid Historical District, nel quartiere storico di Bur Dubai dove percorsi un pezzo di città storica, con edifici costruiti in materiali locali: pietra arenaria, teak, legno di sandalo e di palma e raffinate decorazioni in gesso. Grazie a musei specifici ed attività culturali riferite al passato, ho rivissuto uno spaccato della società degli Emirati dalla metà del diciannovesimo secolo fino agli anni settanta, prima ancora della costituzione degli Emirati Arabi Uniti. Ho pensato che, nonostante lo sviluppo forsennato e il notevole impatto ambientale, modernità e tradizione convivessero in queste terre.

Dal bus turistico ho percorso la Sheikh Zayed Road, l’asse viario più importante che attraversa la città e che la collega Dubai ad Adu Dhabi. In alcuni punti di questa importante autostrada urbana, la fila dei grattacieli si faceva più fitta e maestosa, una sfilata di stili e forme differenti che raggiungeva il culmine a Dubai Marina. Poco prima ero passato al The Palm Jumeirah, una penisola artificiale di 5 km di diametro a forma di palma, ero salito sulla monorotaia sospesa che terminava la sua corsa nei pressi dell’Hotel Atlantis The Palm, un enorme complesso alberghiero di lusso, dotato di tutti i comfort e di tre parchi divertimento. Il viaggio continuò ad Abu Dhabi e a Sharjah, e ciò che vidi continuò ancora a sorprendermi. Da semplice turista, architetto e fotografo, serbo un ricordo positivo del viaggio negli EAU e il desiderio di tornare per vedere gli sviluppi successivi, con le nuove architetture realizzate anche per l’Esposizione Universale del 2020 che si è svolta un anno dopo a causa del Covid.

Questo angolo del Medio Oriente è molto affascinante e vale la pena di esplorarlo, lasciandosi trasportare dalle sensazioni, senza farsi nessuna idea iniziale, senza pregiudizi, l’atteggiamento ideale da assumere in ogni viaggio, ovunque esso ci porti.


Roberto Mirulla nasce a Roma nel 1972. Si appassiona di fotografia fin da adolescente, partecipando a concorsi, mostre e workshop fotografici. Laureato in Architettura a Roma Tre e diplomato in fotografia presso l’Istituto Cine Tv Rossellini a Roma. Alla ricerca fotografica personale, accompagna un’attività didattica presso varie associazioni. Il suo lavoro indaga da sempre il paesaggio delle aree urbane e suburbane nelle loro trasformazioni, ricercando gli aspetti più sottili della composizione, della luce e dello spazio. Fa parte del gruppo di fotografi “Quelli di Franco Fontana”, con i quali ha esposto in varie sedi nazionali tra cui al Palazzo Merulana a Roma, allo Spazio Tadini a Milano, al Palazzetto dell’Arte a Foggia. Dal 2022 è membro di un Collettivo di artisti nel quartiere romano di Monteverde, con i quali sviluppa progetti artistici. Nel 2023 pubblica il libro fotografico Paesaggi Ricomposti, edito da Silvana Editoriale. Vive e lavora a Roma.

La Redazione

Siamo il magazine di riferimento per gli Italiani a Dubai.
Parliamo di diverse tematiche, dagli eventi al lusso fino alle opportunità che questa magnifica città ci fornisce.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Le ultime novità da quidubai