“Where are you from?”
Innumerevoli le volte in cui ci siamo sentiti rivolgere questa semplice domanda; tante le volte in cui siamo stati noi a porgerla. Se vi è mai capitato di fermarvi a rifletterci, ci sono due possibili prospettive che possiamo dare a questa espressione. In base a quale adottiamo, diamo un’immagine di noi, del nostro mondo diversa.
La prima interpretazione: “Da dove vieni?”
Forse la più letterale. Quel “from – da” che indica una provenienza.
Ho sempre creduto che fosse la mia inflessione linguistica a dar a vedere una provenienza diversa. Nonostante vivessi da anni in Nuova Zelanda, spesso i miei interlocutori autoctoni cercavano di inquadrarmi proprio in base a questa. E quindi il mio accento diventava l’appiglio per dare un senso al mio paese d’origine: “Vieni dall’Italia”.
“Bellissima Italia! Firenze – Roma – Venezia! Pasta! Mamma mia! Pizza! Mamma mia! jeee-laaa-tou! Muah chefkiss hahah”.
Personalmente, vivo questa prospettiva come una catena verso il passato: il venire da un certo posto implica che quella strada l’hai percorsa e quindi sei partito/a da un certo luogo. Come se il mio punto di partenza, irrimediabilmente, definisse chi sono. Italiana e basta. Ma noi non siamo solo il nostro punto di partenza: siamo quello, e poi la somma di tutte le nostre esperienze, di tutti i luoghi che abbiamo vissuto, ed i roghi interiori che abbiamo domato.

E poi, devo rispondere enunciando il paese in cui sono nata? O quello in cui sono cresciuta? O quello in cui attualmente vivo? O quello con cui maggiormente mi identifico?
Con il passaporto Neozelandese in mano, posso rispondere a questa domanda con “Italia e Nuova Zelanda?” Il focus sull’origine che sento quando decido di adottare questa interpretazione, mi risulta restrittivo. Di chi sono, e della persona che sono stata – sono – e sto cercando di essere.
La seconda prospettiva: “Di dove sei?”
Un punto di vista che non si sofferma sulla provenienza, ma implica appartenenza: quel legame che ci costruiamo (o no) con un luogo. Paesi e culture dove sei (stato/a), e che hanno fatto di te…te. Perché può essere che il paese in cui siamo nati sia anche quello a cui ci sentiamo di appartenere. Ma può anche essere che altri luoghi abbiano conquistato la nostra appartenenza: un quartiere della città in cui attualmente residiamo, un continente intero, un luogo figurato.
Oggi quando dico che sono mezza Italiana, mezza kiwi, sento una risposta che è più mia. Come se non descrivesse soltanto la cultura che ho assorbito fin dalla nascita, e poi riscoperto alla fine dei miei vagabondaggi esteri.
Ma come se includesse anche la storia che mi son costruita durante il mio vagare per il globo, ed il luogo che mi ha fatta rinascere.
Come risponderai alla domanda iniziale, la prossima volta che ti verrà chiesto?