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La fusione tra passato e futuro nell’arte di Emanuele Dascanio

Tempo di lettura : 7 minuti

E’ stato davvero un piacere conoscere Emanuele Dascanio, un artista eccezionale ed eclettico, con una mentalità molto aperta e innovativa. Abbiamo passato poco più di un’ora insieme, e ne è nata un’intervista a tutto tondo che spazia dalla sua filosofia personale sull’arte e sulla vita, all’innovazione artistica più all’avanguardia. Si può definire Emanuele Dascanio come un artista rinascimentale contemporaneo, ma sarebbe una definizione limitante considerato che oggi è tra gli artisti più innovativi dal punto di vista tecnologico. Parliamo quindi con Emanuele delle sue radici artistiche, della sua tecnica di pittura, delle influenze che lo hanno ispirato e della sua capacità di sviluppare un originalissimo linguaggio tecnologico. Preparatevi per un viaggio emozionante nel mondo di Emanuele Dascanio.

QuiDubai incontra Emanuele Dascanio

Paul Fasciano: Emanuele, vorrei iniziare chiedendoti dove nasce la tua arte: dove hai le tue origini?

Emanuele Dascanio: La mia arte nasce dall’influenza della cultura toscana. Metà della mia famiglia è toscana, quindi sono stato influenzato dalle tradizioni di quell’area geografica ma anche dalle tradizioni culturali di quella che è una delle regioni più belle e ricche di storia del mondo. Mi ha influenzato anche molto il modus pensandi di mio padre d’artista marziale, quindi autodisciplina e rigore: anche se davanti al cavalletto sembra che stai immobile, in realtà stai utilizzando tutto il corpo, non solo la mente.

Il mio approccio all’arte è basato su regole scientifiche, morali e intellettuali che mi impongo, simili alle leggi della natura. Credo che l’arte debba avere regole e limiti per raggiungere l’eccellenza. la capacità di adattarsi e innovare.

PF: Le regole della natura che si rivelano in un quadro. Interessante. Puoi spiegarmi meglio il tuo mindset come artista?

ED: Parto da questo concetto: la creatività è tale quando ha delle regole, è vincolata da alcuni paletti che possiamo dire essere scientifici, morali e intellettuali. È una ricerca basata su alcuni pilastri: le regole. Queste regole sono determinanti e riescono quindi ad autodeterminarti. In sintesi, se sei un artista maturo o vuoi diventarlo, devi darti delle regole, così come devi fare in tutte le professioni.

In questo senso, posso definire il mio mindset come “rinascimentale” e la mia ricerca artistica come “architettonica”. Per capirci, l’arte è feconda libertà se sottoposta a leggi interiori e accoglimento di quelle esteriori. In alternativa non è più arte, ma espressione di sterile e infantile anarchia.

L’arte in questo modo diventa un mezzo potente per trasformare la realtà e trasmettere informazioni. Così, il mio approccio all’arte combina elementi antichi e moderni, come la tecnologia blockchain, per creare opere uniche e scalabili.

PF: Dimmi di più sulla tua tecnica di pittura. I tuoi quadri sono unici, davvero straordinari, coinvolgenti ed emozionanti. Mi chiedo come riesci a creare le tue opere

ED: La mia tecnica di pittura si basa su tecniche antiche tramandate nel corso dei secoli. Se non insegni questa tecnica, non è riproducibile. La frase che la definisce è: sublimazione degli aspetti negativi di realtà, e questi li conquisti dalle opportunità che ti si presentano. Nella vita, anche quando sembra che non c’è un’opportunità, in realtà c’è, sta all’artista che è in noi saperla cogliere e trasformare. Ed ecco l’alchimia: quello che vedi nell’opera d’arte è l’intelligenza (dal latino intus = dentro e legere = leggere, quindi capacità di leggere dentro le cose, ma anche di scoprire relazioni e connessioni tra i vari aspetti della realtà per giungere ad una comprensione più ampia e completa se a “intus” si preferisce usare la preposizione inter = tra, ndr) dell’artista che dà una direzione, un senso che viene poi tradotto nella sua espressione.

PF: Emanuele, il tuo lavoro è una fusione unica tra tradizione e innovazione. Come sei riuscito a portare avanti l’eredità dell’arte classica e, allo stesso tempo, a spingere i confini della creatività su nuovi linguaggi tecnologici?

ED: Credo che la chiave stia nel considerare l’arte come un mezzo e non come un fine. L’arte mi ha permesso di esprimere la mia vita e cercare la libertà in ciò che faccio. Attraverso la digitalizzazione delle mie opere d’arte e l’uso della tecnologia blockchain, sono riuscito a entrare in diversi settori e a trasformare le industrie attraverso il mio lavoro artistico. In questo modo, riesco a esistere sempre di più come artista, espandendo la mia influenza e il mio impatto nel mondo.

PF: Come ti sei formato come artista? Qual è stato il tuo percorso di apprendimento?

ED: Ho iniziato all’Accademia di Brera, ma l’ho abbandonata dopo una manciata di mesi perché non mi sentivo soddisfatto dall’insegnamento che lì veniva impartito. Mentre cercavo di trovare la strada giusta per me, ho lavorato facendo diversi mestieri, ad esempio ho pulito i forni negli ospedali e ho fatto il postino. Queste esperienze mi hanno insegnato che l’arte è ovunque, è nell’occhio di chi guarda. C’era molta più arte in un mio collega alle Poste che in alcuni corsisti d’accademia! Da lui ho appreso un’arte importante, come ottimizzare in pochi task tutto un complesso processo di lavoro. Come ti accennavo, l’arte sta nella capacità di trasformare le esperienze e questo l’ho capito molto bene quando ho finalmente incontrato il mio maestro, Gianluca Corona, un artista milanese esperto di pittura rinascimentale, che mi ha insegnato tecniche antiche e preziose fatte di antica sapienza e scienza esoterica.

Le mie influenze artistiche derivano, pertanto, da quella che possiamo definire “la tecnica giusta” di cui troviamo massima espressione nel Rinascimento. Il Rinascimento insegna il mutamento, lo stesso che avviene quando trasformi il gesto di una pennellata in una regola. Ed ecco la trasformazione, che è quella che possiamo vedere nel passaggio dal Medioevo al Rinascimento: la numerologia è diventata algebra, l’alchimia è diventata chimica, il pensiero magico si è trasformato in pensiero scientifico. L’insegnamento è chiaro: cambiando il modo che hai di guardare le cose, cambi la realtà di quelle cose, come anche la tua stessa realtà.

PF: Hai accennato al fatto che, oltre a creare opere d’arte fisiche, stai promuovendo il tuo lavoro attraverso la digitalizzazione e la blockchain. Come funziona questo processo?

ED: E’ la ricerca di me stesso ciò che mi spinge a esplorare nuove possibilità e a entrare in vari settori. La digitalizzazione e placement in blockchain delle mie opere d’arte è una straordinaria risorsa che mi consente di raggiungere questo scopo primario rendendole scalabili e mantenendo comunque la mia firma su ogni pezzo. Grazie a questo processo, riesco anche a dedicare più tempo alle pubbliche relazioni e a condividere il mio lavoro con un pubblico più ampio. Inoltre, la tecnologia blockchain mi permette di veicolare e inserire attivamente le mie opere d’arte in varie industrie in modo intelligente, esperienziale e scalabile, ampliando ulteriormente il mio impatto nei mercati e più avanti nella cultura.

Il mio obiettivo finale è quello di esistere il più possibile come artista, di essere riconosciuto e influente nel mondo dell’arte. Dunque, questa poliedricità mi permette di realizzarmi e di trovare il mio posto nel mondo, indipendentemente dal settore con cui mi confronto. Che si tratti di disegno, architettura, cinema, scultura, musica o scrittura, perfino fisica quantistica, l’arte grazie al supporto del digitale oggi diventa per me un mezzo per invadere nuovi settori portandovi il mio messaggio.

L’arte e la creatività possono trarre quindi molto beneficio dalle nuove tecnologie, come appunto gli NFT e gli Ordinals, per raggiungere un pubblico più ampio e parlare direttamente alle persone. Utilizzando queste piattaforme, possiamo ispirare gli individui e condividere idee pratiche su come l’arte può trasformarsi in un valore tangibile attraverso nuovi canali.

PF: Emanuele, tu sei a Dubai oggi: come vedi l’evoluzione dell’arte e della creatività nel contesto attuale di Dubai e del mondo in generale?

ED: La risposta a questa domanda dipende molto dal pubblico e dalle loro priorità. Dubai, ad esempio, è un centro motore dell’innovazione e rappresenta la città del futuro. La mia visione dell’arte e della creatività è quella di comunicare l’urgenza di cambiare e di costruire insieme un futuro migliore. L’arte può essere un mezzo per parlare di questo cambiamento in atto. E Dubai è un ambiente ideale per trovare interlocutori pronti a raccogliere questo messaggio.

Siamo in piena rivoluzione e io sono un rivoluzionario che usa pennelli e bit per confrontarmi ad armi pari col mondo che sta cambiando

PF: A proposito di questo, Dubai è diventata un centro culturale importante per l’arte e l’innovazione. Come hai trovato il tessuto culturale di Dubai e quali opportunità ti ha offerto nella promozione del tuo lavoro artistico?

ED: Ho trovato Dubai estremamente aperta all’arte, alle innovazioni e alle novità. Da quando mi sono trasferito qui, sono riuscito a entrare in diversi settori e a sfruttare le opportunità offerte dalla città per promuovere il mio lavoro. L’ambiente culturale di Dubai mi ha permesso di esplorare nuovi modi di condividere la mia arte e di espandere il mio impatto oltre i confini consueti concessi agli artisti.

Siamo in piena rivoluzione e io sono un rivoluzionario che usa pennelli e bit per confrontarmi alla pari col mondo che sta cambiando.

PF: A proposito di espansione del messaggio: cosa pensi che sia urgente comunicare alle persone in questo momento storico?

ED: Credo che l’urgenza sia quella di essere consapevoli del periodo di fortissimo cambiamento in cui ci troviamo e di sviluppare le competenze personali necessarie per affrontarlo. Dobbiamo lasciare alle spalle il vecchio paradigma di competizione e concentrarci sullo scambio e sulla creazione di valore, e questo si può fare solamente insieme. Il cambiamento è sempre in atto, e noi dobbiamo capire come vogliamo cambiare.

PF: Il tuo approccio all’arte e alla blockchain è molto innovativo e unico. Come hai intenzione di condividere le tue conoscenze e le tue esperienze

ED: Ho in mente di scrivere un libro su questo argomento, unendo le mie capacità al mindset, per poi spiegare come organizzarlo in maniera digitale. L’aspetto culturale è fondamentale per sostenere il mio progetto, e condividere le mie esperienze e le mie conoscenze attraverso un libro o altre pubblicazioni mi permetterebbe di raggiungere un pubblico più ampio e di esistere in modo più significativo come artista.

PF: Ecco la mia domanda finale per te: qual è il messaggio più urgente che vorresti comunicare agli artisti e ai fruitori dell’arte oggi?

ED: Il messaggio più urgente che voglio condividere con gli artisti e i fruitori dell’arte è di essere aperti all’innovazione e alle nuove possibilità che il mondo, non solo quello dell’arte, offre oggi. Non dobbiamo più limitarci al modello classico, ma possiamo esplorare nuove forme di espressione e di interazione con le opere d’arte. La trasformazione dell’arte e delle esperienze artistiche è un processo in continua espansione. Guardiamolo con curiosità, con attenzione, con intuizione mettendoci anche la nostra parte.

In questa intervista stimolante, Emanuele Dascanio ci ha offerto uno sguardo profondo sul suo approccio all’arte e alla creatività, sottolineando l’importanza del cambiamento e dell’innovazione. Raramente un’intervista è riuscita a stimolarmi allo stesso modo. Il suo invito a costruire insieme un futuro migliore attraverso la condivisione e lo scambio di idee e competenze è un messaggio potente e rilevante che io per primo colgo con favore. All’invito di tornare sulle pagine di QuiDubai, come artista e come filosofo di una disciplina d’avanguardia, Emanuele dà la sua disponibilità. E noi non vediamo l’ora di incontrarlo ancora.

Paul Fasciano

Direttore di QuiDubai.com, Paul k. Fasciano è un Mental Coach prestato al mondo della comunicazione. E' anche Business Coach, Consulente, Editore e Autore.

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