Dubai sta ridefinendo il concetto di pubblica amministrazione grazie all’intelligenza artificiale. Con il lancio del nuovo ciclo del programma “Future of AI in Government Services Accelerator”, promosso dal Dubai Centre for Artificial Intelligence (DCAI), l’Emirato si candida a diventare il punto di riferimento globale per l’uso strategico dell’AI nella governance. Iniziative come il Dubai AI Seal, l’AI Academy e l’AI Week promettono di trasformare radicalmente il rapporto tra cittadini, imprese e istituzioni, rendendo i servizi più rapidi, personalizzati e sicuri. Un modello che non è solo tecnologico, ma soprattutto culturale e organizzativo.
Negli ultimi anni, Dubai ha dimostrato una capacità unica di anticipare le tendenze globali e di tradurle in politiche pubbliche concrete. L’ultima iniziativa, il “Future of AI in Government Services Accelerator”, segna un ulteriore salto di qualità nella strategia dell’Emirato per integrare l’intelligenza artificiale nei processi di governance. Un programma strutturato con obiettivi chiari: aumentare l’efficienza, ridurre i costi operativi, migliorare l’esperienza utente e creare un ecosistema digitale in grado di attrarre innovatori e aziende da tutto il mondo.
Il cuore dell’iniziativa è il Dubai Centre for Artificial Intelligence (DCAI), un organismo creato per coordinare e guidare l’adozione dell’AI in ambito pubblico. Attraverso il DCAI, l’Emirato definisce standard e certificazioni per garantire qualità, sicurezza e trasparenza in tema di AI. Tra le azioni più rilevanti, spicca il Dubai AI Seal, un marchio di conformità destinato a certificare le soluzioni di intelligenza artificiale utilizzate nei servizi governativi. Questo sigillo fungerà da garanzia per i cittadini, assicurando che le applicazioni rispettino criteri di etica, protezione dei dati e performance.
Un altro pilastro del programma è la AI Academy, una piattaforma formativa rivolta sia ai dipendenti pubblici sia ai professionisti del settore privato. L’obiettivo è colmare il divario di competenze e formare una nuova generazione di leader capaci di progettare, implementare e gestire soluzioni AI in contesti complessi. La formazione non si limita agli aspetti tecnici: include anche moduli su governance etica, impatto sociale e gestione del cambiamento.
A completare il quadro, la AI Week rappresenta un momento di incontro e confronto tra governi, aziende, università e startup. Durante questa settimana, Dubai diventa una vetrina globale per le applicazioni più innovative dell’AI nella pubblica amministrazione, ospitando workshop, conferenze e dimostrazioni dal vivo. È un’occasione strategica per stringere partnership internazionali, condividere best practice e attrarre investimenti.
La spinta verso l’AI nella governance non nasce dal nulla. Già nel 2017, con la UAE Strategy for Artificial Intelligence 2031, gli Emirati avevano fissato obiettivi ambiziosi: ridurre i costi dei servizi pubblici del 50%, migliorare la qualità della vita dei cittadini e posizionarsi tra i Paesi leader nell’adozione di tecnologie avanzate. Il nuovo acceleratore si inserisce perfettamente in questa visione di lungo periodo, trasformando gli slogan in progetti concreti. Tuttavia, ciò che rende questa iniziativa particolarmente interessante è l’approccio integrato. Si punta alla digitalizzazione dei processi e a una vera e propria riprogettazione del rapporto tra cittadino e istituzione. L’AI diventa un facilitatore di trasparenza, un acceleratore di servizi e un amplificatore della capacità decisionale delle amministrazioni. In un mondo in cui la burocrazia è spesso sinonimo di lentezza, Dubai sta dimostrando che la tecnologia, se ben governata, può diventare sinonimo di agilità, precisione e fiducia.
Accelerare in caso di AI

L’acceleratore “Future of AI in Government Services” rappresenta un segnale forte verso la comunità internazionale su come l’AI possa essere integrata nei servizi pubblici in modo strutturato, etico e strategico. Secondo il Government AI Readiness Index 2024, gli Emirati Arabi Uniti si collocano già tra i primi dieci Paesi al mondo per prontezza nell’adozione dell’intelligenza artificiale in ambito governativo, superando nazioni storicamente leader nell’innovazione.
Uno degli elementi più interessanti è l’approccio basato su ecosistemi collaborativi. Il DCAI ha progettato il programma come un hub aperto, in cui le agenzie governative lavorano a stretto contatto con startup, università e grandi player tecnologici. Questa architettura aperta permette di accelerare il ciclo di sviluppo delle soluzioni, ridurre i costi di implementazione e, soprattutto, creare applicazioni realmente utili per i cittadini. Le aree di applicazione prioritarie identificate da Dubai sono quattro: gestione intelligente delle risorse urbane, sanità pubblica, servizi amministrativi e sicurezza digitale. In ambito urbano, per esempio, l’AI viene utilizzata per ottimizzare la distribuzione dell’energia, monitorare il traffico in tempo reale e prevedere la domanda di trasporto pubblico. Nel settore sanitario, algoritmi predittivi analizzano i dati clinici per prevenire malattie croniche e migliorare l’allocazione delle risorse ospedaliere.
Il Dubai AI Seal si inserisce come strumento di fiducia e garanzia. In un periodo in cui l’opinione pubblica è sempre più attenta alla privacy e alla sicurezza dei dati, disporre di un sistema di certificazione ufficiale aumenta l’adozione e la legittimazione delle soluzioni AI. Questo marchio, assegnato solo dopo una valutazione rigorosa, garantisce che le applicazioni rispettino standard di etica, trasparenza e robustezza tecnica. Un approccio simile è stato sperimentato in Paesi come Singapore e Canada, ma Dubai lo applica con un perimetro più ampio, includendo anche la misurazione dell’impatto sociale.
L’AI Academy è un tassello cruciale. Uno dei rischi nell’adozione di tecnologie avanzate è la creazione di un divario di competenze tra chi progetta le soluzioni e chi le utilizza. Formare funzionari pubblici, manager e sviluppatori significa ridurre questo gap e garantire un uso consapevole e strategico dell’AI. I programmi includono corsi intensivi, laboratori pratici e moduli di aggiornamento continuo, in collaborazione con partner accademici internazionali.
La AI Week, infine, funge da catalizzatore di connessioni. In un solo evento annuale si concentrano presentazioni di case study, dimostrazioni tecnologiche e sessioni di co-design tra enti pubblici e privati. Questo format contribuisce a creare un’immagine di Dubai non solo come utilizzatore di AI, ma come produttore di know-how esportabile.
Dal punto di vista economico, il potenziale è significativo. Un rapporto di PwC stima che l’adozione dell’AI potrebbe contribuire fino al 14% del PIL degli Emirati entro il 2030, con un impatto diretto sulla produttività e sulla creazione di nuovi settori occupazionali. L’acceleratore, inserito in questa traiettoria, diventa un moltiplicatore di valore economico e sociale. La scelta di puntare sull’AI nella governance è coerente con la visione di lungo periodo di Dubai: diventare un hub globale per la tecnologia e l’innovazione. La strategia è costruita su tre pilastri: infrastrutture digitali di livello mondiale, regolamentazione chiara e favorevole all’innovazione, investimenti mirati nello sviluppo delle competenze. Questa combinazione rende l’Emirato non solo un luogo dove sperimentare nuove soluzioni, ma un contesto in cui queste possono scalare rapidamente e trovare applicazioni concrete.
Grande potere, grande responsabilità
Se guardiamo alle sfide, l’implementazione dell’AI nella pubblica amministrazione non è priva di complessità. Questioni come la protezione dei dati personali, la trasparenza degli algoritmi e l’inclusione digitale richiedono un monitoraggio costante. Dubai affronta queste criticità attraverso regolamenti aggiornati e organismi di supervisione indipendenti, garantendo che l’innovazione non si traduca in rischi per la popolazione. In prospettiva, l’acceleratore potrebbe diventare un modello replicabile in altri contesti urbani e nazionali. La combinazione di standard certificati, formazione mirata e spazi di collaborazione internazionale offre una blueprint concreta per governi che vogliono integrare l’AI in modo responsabile ed efficace.
L’adozione dell’intelligenza artificiale nella governance di Dubai è una strategia deliberata che combina innovazione, efficienza e reputazione internazionale. L’acceleratore “Future of AI in Government Services” è il tassello più recente di una costruzione iniziata anni fa, che oggi mostra una coerenza rara nei progetti pubblici su scala globale. Questa coerenza, tuttavia, porta con sé una responsabilità: mantenere l’equilibrio tra la velocità dell’innovazione e la capacità di assorbirne gli effetti nella società. Se l’AI può rendere i servizi pubblici più rapidi e personalizzati, può anche introdurre nuove forme di disuguaglianza digitale e ampliare la distanza tra chi ha accesso e competenze e chi ne resta escluso. La sfida vera sarà garantire che la trasformazione digitale sia inclusiva, capace di migliorare la vita di ogni cittadino, indipendentemente dalla sua alfabetizzazione tecnologica.
Un altro punto cruciale riguarda la replicabilità del modello. Dubai si muove in un contesto politico, economico e normativo molto specifico, che le consente una rapidità decisionale difficile da ottenere altrove. Per altri Paesi, importare il “format Dubai” richiederà adattamenti profondi: dalla definizione di standard di sicurezza più stringenti alla creazione di ecosistemi di innovazione pubblico-privata realmente collaborativi. Il rischio, come in ogni fase di forte accelerazione tecnologica, è che la retorica superi la capacità di misurare i risultati. Sarà essenziale che i benefici dichiarati – riduzione dei costi, aumento dell’efficienza, maggiore soddisfazione dei cittadini – siano supportati da metriche chiare e trasparenti, accessibili alla comunità internazionale e aperte al confronto.
In prospettiva, il valore più grande dell’iniziativa potrebbe non essere nelle singole soluzioni tecnologiche implementate, ma nel metodo. Creare un ecosistema in cui governo, aziende, università e cittadini collaborano attivamente alla progettazione di servizi pubblici digitali significa stabilire una cultura di innovazione che può resistere ai cambi di scenario tecnologico.
Dubai sta costruendo un laboratorio vivente dove la governance diventa un terreno di sperimentazione tanto tecnologica quanto sociale. E la vera prova del successo arriverà quando questo modello non sarà solo ammirato da lontano, ma richiesto, studiato e adattato da altre città nel mondo, trasformando un’iniziativa locale in un riferimento globale per il futuro della pubblica amministrazione.



