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Paola Zaia: “Il Visual Design per avere successo a Dubai”

Tempo di lettura : 6 minuti

Un’azienda o un professionista freelnace da una parte e un mercato ipercompetitivo come quello di Dubai dall’altra. Emergere in questo contesto, alla soglia del 2025, non è mai stato così difficile. Mentre l’emirato continua a consolidarsi come hub internazionale, ogni anno nuovi marchi di alto profilo cercano di accaparrarsi un posto nella mente dei consumatori. Ma per i brand, anche quelli italiani, spesso conosciuti per il loro design e qualità, la sfida è anche culturale: riuscire ad adattare la propria identità visiva alla sensibilità locale, senza perdere la propria essenza. In questa intervista esclusiva, Paola Zaia, affermata esperta di visual design con anni di esperienza a Dubai, ci svela come un branding ben strutturato sia oggi un pilastro strategico per chi vuole prosperare nel competitivo mercato emiratino.


Il visual design come strategia: non solo estetica, ma un branding efficace

Secondo un report del Dubai Design and Fashion Council, il settore del design contribuisce con circa 30 miliardi di dollari all’economia degli Emirati Arabi Uniti, con una crescita annuale del 6%. Questo rende il design non solo una scelta estetica ma una strategia essenziale per distinguersi. “L’identità visiva è la prima impressione che un brand lascia al cliente – ed è cruciale perché determina la longevità del rapporto azienda-consumatore,” spiega Zaia.

Paola, per chi non è del settore, come descriveresti il visual design?
“Direi che il visual design è “arte con uno scopo”. Gli elementi artistici e creativi devono avere un obiettivo concreto, come promuovere un business o costruire una brand identity. Questa forma d’arte richiede che ogni dettaglio sia pensato per rispondere a un’esigenza reale e funzionale.”


GUIDA – Gli errori più comuni: quando il “fai da te” danneggia il brand

Siamo circondati da immagini. Un media che mai come prima d’ora è tutto. E quando si tratta di rappresentarsi attraverso l’immagine, gli errori di branding possono risultare fatali. Paola Zaia inizia la nostra chiacchierata sottolineando subito come le aziende che arrivano da ogni parte del mondo che entrano nel mercato emiratino spesso sottovalutino il ruolo di un’identità visiva specifica per il pubblico locale.

“Molti imprenditori italiani cercano di adattarsi autonomamente senza considerare le peculiarità culturali,” mi spiega Paola. E prosegue: “Dubai non è un mercato europeo; una buona identità visiva qui non deve solo essere gradevole, ma rispondere agli standard visivi e culturali locali. Ad esempio, un colore o un termine che in Italia funziona benissimo può risultare inappropriato in questo contesto.”

Le chiedo, allora: per un’azienda che cerca di adattarsi al mercato di Dubai, quali sono i passaggi fondamentali per una visual identity efficace?

Zaia identifica i tre principali errori fatali:

  1. L’illusione del “fai da te”: Aziende che cercano soluzioni economiche o provano a creare da sole la propria identità visiva senza un’adeguata ricerca finiscono spesso per pagare il prezzo di questa superficialità, arrivando successivamente da professionisti come Zaia per correggere il risultato.
  2. Il branding ridotto a un logo: “L’identità di un brand non è solo il logo. Serve una struttura complessiva che abbracci tutto il modo in cui il marchio si presenta e interagisce con i clienti,” sottolinea Paola. Il logo è solo un tassello di un puzzle più complesso, che comprende tutti gli elementi che contribuiscono alla percezione di un brand.
  3. Mancanza di coerenza: “Soprattutto i piccoli imprenditori italiani cambiano spesso la propria identità visiva in cerca di risultati rapidi. Invece, il branding richiede tempo, coerenza e continuità per dare i suoi frutti.”

Gli errori commessi dalle aziende, spesso proprio da quelle italiane, a Dubai sottolineano l’importanza di avere una visione chiara e una strategia strutturata per evitare sprechi e ritardi nella costruzione di una brand identity efficace. “Il primo passo – sottolinea Paola – è sempre un briefing dettagliato, durante il quale si esplora il messaggio che l’azienda vuole trasmettere e si valutano il target e le aspettative del pubblico. Successivamente, lavoriamo su proposte visive in linea con gli obiettivi e, dopo aver raccolto il feedback del cliente, sviluppiamo una brand identity che rispetti i valori e le ambizioni dell’azienda. È importante avere un approccio consultivo: spesso il cliente ha un’idea di cosa vuole, ma non sa esattamente di cosa ha bisogno, ed è qui che il ruolo del designer diventa cruciale.”


Case study: un successo di brand building nel mercato emiratino

Paola Zaia ci racconta di un’esperienza recente con un imprenditore locale, il cui brand, pur noto a livello locale, era penalizzato da materiali visivi poco curati e scarsa coerenza. “Il cliente utilizzava template standardizzati, poco adatti a trasmettere un’immagine di qualità. Dopo aver rivisto completamente la visual identity, i risultati sono stati notevoli: il cliente ha ottenuto nuovi contatti e collaborazioni importanti. Si tratta di un investimento che ripaga nel tempo, perché conferisce credibilità e professionalità.”

Paola mi mostra alcune bozze che hanno accompagnato il lavoro con questo importante cliente, sottolineando alcuni particolari e accompagnandomi per mano a comprendere come una visual identity ben strutturata possa non solo elevare l’immagine di un brand, ma anche aprire porte a nuove opportunità di business. La domanda successiva è d’obbligo: Secondo te, cosa distingue un visual design professionale da una soluzione “fai da te”?

“La differenza risiede nella strategia e nella capacità di collegare ogni scelta visiva a un obiettivo preciso. Un visual design professionale tiene conto del pubblico, delle sensibilità culturali e degli standard estetici del mercato. Una soluzione “fai da te”, per quanto creativa, rischia di ignorare questi elementi fondamentali e di compromettere la coerenza e la credibilità del brand. Un professionista si occupa di ogni dettaglio per garantire che l’identità visiva sia allineata ai valori aziendali e che abbia un impatto positivo sulla reputazione del brand.”


Una strategia di branding lungimirante: il valore economico di un brand forte

“La visual identity può avere un impatto enorme sul valore economico di un brand. Studi hanno dimostrato che il branding contribuisce in modo determinante al valore percepito di un’azienda e alla sua crescita in termini di fatturato. Brand come Coca Cola e IKEA sono esempi chiari: il valore di questi marchi è direttamente legato alla coerenza e alla costanza della loro identità visiva. Questi brand hanno una forte “brand equity”, cioè un valore aggiunto che va oltre il prodotto o il servizio offerto. Questo stesso valore diventa tangibile e si traduce in risultati economici significativi” – spiega Paola, che cita studi di settore e alcuni esempi illustri per sottolineare quanto il valore economico di un brand possa aumentare grazie a una brand identity coerente e ben strutturata.

Consigli per le aziende italiane che vogliono entrare nel mercato di Dubai

Zaia offre un consiglio pratico per le aziende italiane che vogliono investire nel rebranding a Dubai: affidarsi a professionisti con esperienza e visione internazionale. “Non si può improvvisare nel visual design. Bisogna conoscere sia il mercato che le sue aspettative per ottenere risultati. Il mio suggerimento è di evitare soluzioni economiche o freelance locali non esperti, e di scegliere figure con le quali avere un rapporto stretto e dinamico che possano garantire una qualità all’altezza degli standard europei. – Individua, poi, due aspetti centrali che un brand deve sempre tenere in forte considerazione – “La coerenza e la costanza sono tutto! Una brand identity non si costruisce dall’oggi al domani, ma richiede tempo e impegno. Ho visto molte aziende italiane a Dubai improvvisare creando presentazioni e una comunicazione graficamente incoerente; questo crea solo confusione. La forza di un brand sta nel costruire un’immagine chiara e stabile, che rimanga impressa nella mente del consumatore. Spesso, poi, si dimentica l’importanza di “martellare sullo stesso chiodo”: essere costanti nel visual design aiuta a creare fiducia e a consolidare la propria presenza sul mercato nel lungo periodo.”

“La coerenza e la costanza sono tutto!

Quali consigli daresti a un giovane designer che vuole specializzarsi nel mercato internazionale, magari proprio a Dubai?

“Consiglio innanzitutto di studiare e conoscere bene il mercato locale e le sue specificità culturali, perché ogni dettaglio conta. È importante sviluppare una mentalità aperta e una capacità di adattarsi, evitando di pensare al design come a una soluzione “universale”. Ogni progetto deve essere personalizzato e orientato agli obiettivi del cliente. Per quanto riguarda Dubai, consiglio di lavorare al fianco di designer locali o internazionali con esperienza sul territorio: l’immersione in un contesto reale permette di comprendere più a fondo le esigenze di una clientela internazionale e multi-etnica.”


Mentre Dubai continua a evolversi come crocevia internazionale, le aziende che sapranno interpretare il linguaggio visivo con coerenza e strategia avranno la meglio. “Il futuro del branding qui è luminoso, ma solo per chi sa illuminare il proprio cammino con una visione chiara e internazionale,” aggiunge alla fine del nostro incontro Paola Zaia. In un mercato sempre più globale, il visual design rappresenta quindi non solo un vantaggio competitivo, ma una vera necessità per i brand italiani che puntano a distinguersi.

Voglio porgere un ringraziamento a Paola per aver condiviso con me la sua esperienza e la sua visione sul visual design, così importante per chi desidera distinguersi in un mercato competitivo come quello di Dubai. La sua competenza e passione per il design non solo ispirano, ma offrono una guida preziosa a chi, come me, è impegnato a raccontare i brand italiani e a supportarli nell’emergere nel mercato di oggi con stile e professionalità. Grazie, Paola, per la tua generosità e per l’impegno con cui porti il design italiano nel mondo, aiutando le aziende a costruire radici profonde e durature.

Paul Fasciano

Direttore di QuiDubai.com, Paul k. Fasciano è un Mental Coach prestato al mondo della comunicazione. E' anche Business Coach, Consulente, Editore e Autore.

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