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Innovazione industriale a Dubai: le politiche green di “Make it in the Emirates”

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Dubai sta attivamente modellando il proprio futuro economico, posizionandosi come fulcro del manifatturiero innovativo in Medio Oriente e oltre. L’emirato, in linea con la più ampia “Operation 300bn” degli Emirati Arabi Uniti, punta a una significativa diversificazione, con un’enfasi crescente sull’industria avanzata. Questa ambizione non è un mero desiderio, ma una strategia ben definita, supportata da politiche mirate e infrastrutture all’avanguardia, concepite per attrarre investimenti e talenti in settori ad alto valore aggiunto.


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Il Golfo Persico, un tempo epicentro dell’economia legata agli idrocarburi, è oggi un laboratorio di sperimentazione per nuovi modelli di crescita. In questo contesto, Dubai si distingue per la sua audacia nel perseguire una profonda trasformazione economica, ponendo le basi per un settore manifatturiero innovativo che sia al contempo resiliente e all’avanguardia. Al centro di questa visione si colloca la “Dubai Industrial Strategy 2030”, un piano decennale volto a elevare il contributo del settore industriale al PIL dell’emirato e a generare decine di migliaia di nuovi posti di lavoro qualificati, focalizzandosi su settori chiave come l’alimentare, i macchinari, l’elettronica e la farmaceutica.

L’iniziativa “Make it in the Emirates”, promossa dal Ministero dell’Industria e della Tecnologia Avanzata degli EAU (MoIAT), è l’espressione più evidente di questa strategia. L’omonimo forum, appuntamento annuale che riunisce investitori, policy-maker e leader industriali, è diventato una piattaforma cruciale per presentare le opportunità e gli incentivi reali che gli EAU offrono. Qui non si discute solo di potenzialità, ma di risultati concreti e di un ecosistema in continua espansione. Le politiche attuali offrono vantaggi significativi, tra cui una tassazione favorevole, la piena proprietà straniera in molteplici zone franche e un ambiente normativo snello, tutti fattori pensati per ridurre le complessità burocratiche e operative.

La strategia di Dubai per il manifatturiero avanzato non si limita agli incentivi, ma si fonda su una solida architettura infrastrutturale. Zone economiche speciali come Dubai South e Jebel Ali Free Zone (JAFZA) sono diventate veri e propri hub manifatturieri, offrendo connettività globale attraverso il porto di Jebel Ali e l’aeroporto Al Maktoum International. Queste aree non sono semplici spazi industriali, ma ecosistemi integrati che forniscono servizi logistici, supporto alla ricerca e sviluppo e accesso a una forza lavoro internazionale qualificata. L’obiettivo è quello di creare un ambiente dove l’industria 4.0 – che comprende automazione, intelligenza artificiale, Internet of Things e stampa 3D – possa non solo attecchire, ma prosperare, trasformando processi produttivi e catene di valore.

La domanda che emerge è: quanto efficacemente Dubai sta riuscendo a convertire le sue ambizioni in una realtà tangibile, attraendo giganti globali e start-up innovative in un settore così competitivo? Gli sforzi intrapresi puntano a una diversificazione economica che vada oltre il tradizionale commercio e i servizi, cementando il ruolo dell’emirato come leader in una nuova era di industrializzazione intelligente e sostenibile. Questo posizionamento non è una corsa effimera, ma una chiara visione a lungo termine per assicurare prosperità e competitività in un mondo in rapida evoluzione.

La strategia “Operation 300bn”: un pilastro per l’industrializzazione

L’ambizione di Dubai e più in generale degli Emirati Arabi Uniti nel settore manifatturiero non è un’iniziativa isolata, ma si inscrive nella più vasta strategia nazionale denominata “Operation 300bn”, lanciata nel 2021. Questo piano decennale mira a innalzare il contributo del settore industriale al Prodotto Interno Lordo (PIL) degli EAU da 133 miliardi di dirham (circa 36,2 miliardi di dollari USA) a ben 300 miliardi di dirham (circa 81,7 miliardi di dollari USA) entro il 2031. Un incremento che testimonia la serietà dell’impegno e la scala della trasformazione desiderata. La strategia si concentra su settori ad alto potenziale di crescita e innovazione, tra cui l’industria alimentare, la farmaceutica e le apparecchiature mediche, i macchinari, le metalli, l’elettronica e i prodotti chimici. Questi ambiti sono stati scelti per la loro capacità di generare valore aggiunto, creare posti di lavoro qualificati e sostenere una base economica diversificata, meno dipendente dalle fluttuazioni del mercato energetico.

Sua Eccellenza Dr. Sultan bin Ahmed Al Jaber, Ministro dell’Industria e della Tecnologia Avanzata degli EAU, ha più volte sottolineato la natura trasformativa di questa operazione: “La nostra missione è costruire un’industria resiliente e diversificata che possa competere a livello globale, attrarre investimenti e promuovere l’innovazione tecnologica”. L’investimento in ricerca e sviluppo, l’adozione di tecnologie dell’Industria 4.0 e la promozione dell’export di prodotti “Made in UAE” sono le direttrici chiave. Si stima che, nell’ambito di questa strategia, il settore manifatturiero degli EAU abbia già attratto significativi investimenti diretti esteri, con un aumento delle licenze industriali che riflette una crescente fiducia nel mercato.


L’obiettivo è chiaro: fare degli EAU un hub manifatturiero globale, non solo per la produzione di beni, ma anche per lo sviluppo di soluzioni e processi industriali innovativi.


Ecosistemi specializzati: il ruolo delle zone franche e dell’innovazione tecnologica

Il successo della strategia manifatturiera di Dubai è intrinsecamente legato al ruolo delle sue zone franche e degli ecosistemi industriali specializzati. Jebel Ali Free Zone (JAFZA), ad esempio, continua a essere uno dei più grandi motori industriali di Dubai, ospitando migliaia di aziende manifatturiere e offrendo una connettività logistica senza pari grazie al suo porto di rilevanza mondiale. Accanto a JAFZA, aree come Dubai Industrial City e Dubai South (con il suo hub logistico e aeroportuale) si sono affermate come poli dedicati allo sviluppo di industrie avanzate. Queste zone offrono pacchetti di incentivi, tra cui esenzioni fiscali, proprietà straniera al 100%, facilitazioni burocratiche e infrastrutture di ultima generazione, dall’energia alle telecomunicazioni. Questo ambiente favorevole ha attratto un notevole flusso di investimenti stranieri e ha permesso a diverse aziende internazionali di stabilire qui le loro basi produttive e di ricerca e sviluppo.

L’impulso all’innovazione non si limita agli incentivi finanziari. Dubai sta attivamente promuovendo l’integrazione di tecnologie avanzate nei processi produttivi. Dalla robotica all’intelligenza artificiale, dalla stampa 3D alla blockchain per la gestione della supply chain, l’adozione dell’Industria 4.0 è una priorità. Numerose iniziative governative e partnership con il settore privato mirano a formare la forza lavoro del futuro e a facilitare il trasferimento tecnologico. Un esempio è il “Make it in the Emirates Forum”, che si tiene annualmente e serve da ponte tra i produttori locali e gli investitori globali, mostrando le capacità industriali del paese e promuovendo le opportunità di investimento nel settore manifatturiero avanzato Fonte esterna: Ministry of Industry and Advanced Technology – Make it in the Emirates. Questo evento non solo celebra i progressi, ma funge da catalizzatore per nuove collaborazioni e per l’implementazione di progetti che rafforzano la filiera produttiva locale, dalla produzione di componenti avanzati alla manifattura additiva per l’ingegneria aerospaziale.


La metamorfosi di Dubai da centro commerciale e turistico a polo del manifatturiero innovativo non è un mero esercizio di pianificazione economica; rappresenta una scommessa audace sul futuro. Le strategie come “Operation 300bn” e gli appuntamenti del “Make it in the Emirates Forum” sono testimoni di una visione che trascende la rendita energetica per abbracciare un’industrializzazione proiettata al futuro. Gli incentivi, le zone franche e le infrastrutture all’avanguardia sono senza dubbio un potente magnete per gli investimenti globali. Tuttavia, la vera misura del successo di questa transizione risiederà nella capacità di Dubai di trasformare la sua efficienza logistica e fiscale in un terreno fertile per la vera innovazione, quella che germoglia dalla ricerca fondamentale, dalla creatività e dalla formazione di un capitale umano autoctono altamente specializzato.

Il panorama industriale globale è un campo di battaglia estremamente competitivo, dove la leadership non si conquista unicamente con la disponibilità di capitali. Essa richiede un’agilità intellettuale, una costante evoluzione delle competenze e la creazione di un ecosistema che incoraggi la sperimentazione e la risoluzione di problemi complessi. Dubai si è mossa rapidamente per costruire le fondamenta di questo nuovo modello, ma la sfida a lungo termine sarà quella di sostenere una crescita organica che attragga non solo le fabbriche, ma anche i cervelli e le idee che alimentano il progresso tecnologico. Sarà interessante osservare come l’emirato intenderà bilanciare la sua propensione al rapido sviluppo con la necessità di costruire una base industriale profonda e resiliente, capace di generare valore anche al di là dell’assemblaggio di prodotti finali.

In un’epoca in cui le catene di approvvigionamento globali sono in costante rimodulazione e la sostenibilità ambientale è un imperativo, la visione di Dubai propone un modello alternativo per le economie emergenti. La questione cruciale che si pone è se questa audace strategia potrà realmente tradursi in una leadership industriale duratura e se l’emirato sarà in grado di coltivare quella cultura dell’innovazione che non si compra, ma si costruisce nel tempo. La trasformazione di Dubai in un epicentro del manifatturiero innovativo è un caso studio affascinante: un’economia fondata sulla fluidità del commercio e del turismo sta cercando di radicarsi nella concretezza della produzione ad alta tecnologia. Il suo percorso non è solo un affare interno; è una lezione per tutte le nazioni che ambiscono a ridisegnare il proprio destino economico nell’era dell’Industria 4.0.

La Redazione

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